Descrizione
La storia
Intorno al 1863 a Mongrando era attivo un armaiolo di nome Pietro Bertono, che forniva le armi anche al Reggimento della Guardia (il più importante) di S.A.R.; probabilmente la sua attività consisteva nell’acquistare i pezzi delle spade da altre fucine per poi assemblarle e venderle ai Savoia.
Nel 1689 i Betono decisero di iniziare a produrre in proprio le armi, acquistarono così un prato ed una pesta da riso che trasformarono in Fucina. L’attività della Fucina Bertono proseguì, tanto che se ne trova traccia in documenti risalenti al 1776 dove l’edificio viene indicato come di fabbro ferraro.
La produzione di armi proseguì anche negli anni a seguire, infatti all’interno della fucina sono state ritrovate due else di sciabola francesi, o piemontesi di derivazioni francese, risalenti al periodo napoleonico.
Nel 1849 circa, la fucina passò di proprietà alla famiglia Morino Craveja, famiglia di fucinatori già attiva alla Balca (sotto il comune di Sala Biellese). L’edificio venne ampliato più volte e la fucina si specializzò nella produzione di ferri da taglio.
Nel XX secolo la maggior parte della produzione comprendeva falci, lime, gravine (attrezzi agricoli metà piccone e metà zappa) e falcetti dritti; la Fucina Morino si occupò anche di riparazioni di armi da fuoco e nel periodo della Seconda Guerra Mondiale vennero prodotte mine anti carro per i Partigiani.
L’attività della Fucina Morino proseguì con i nipoti Alfeo e Spartaco che fecero i fucinatori fino al 1967, anno della sua chiusura.
Nei primi anni 2000 iniziò l’attività di recupero e ripristino da parte dell’Ecomuseo Valle Elvo & Serra con lo scopo di trasformare la Fucina in cellula ecomuseale della Lavorazione del Ferro.
Nel 1689 i Betono decisero di iniziare a produrre in proprio le armi, acquistarono così un prato ed una pesta da riso che trasformarono in Fucina. L’attività della Fucina Bertono proseguì, tanto che se ne trova traccia in documenti risalenti al 1776 dove l’edificio viene indicato come di fabbro ferraro.
La produzione di armi proseguì anche negli anni a seguire, infatti all’interno della fucina sono state ritrovate due else di sciabola francesi, o piemontesi di derivazioni francese, risalenti al periodo napoleonico.
Nel 1849 circa, la fucina passò di proprietà alla famiglia Morino Craveja, famiglia di fucinatori già attiva alla Balca (sotto il comune di Sala Biellese). L’edificio venne ampliato più volte e la fucina si specializzò nella produzione di ferri da taglio.
Nel XX secolo la maggior parte della produzione comprendeva falci, lime, gravine (attrezzi agricoli metà piccone e metà zappa) e falcetti dritti; la Fucina Morino si occupò anche di riparazioni di armi da fuoco e nel periodo della Seconda Guerra Mondiale vennero prodotte mine anti carro per i Partigiani.
L’attività della Fucina Morino proseguì con i nipoti Alfeo e Spartaco che fecero i fucinatori fino al 1967, anno della sua chiusura.
Nei primi anni 2000 iniziò l’attività di recupero e ripristino da parte dell’Ecomuseo Valle Elvo & Serra con lo scopo di trasformare la Fucina in cellula ecomuseale della Lavorazione del Ferro.
La lavorazione del ferro prima dell'industria
Lungo il torrente Ingagna, tra Netro e Mongrando, alla fine del Cinquecento vennero impiantate le prime unità produttive per la lavorazione del ferro.
La parola “fucina”, o “martinetto”, identificava sia gli strumenti di lavoro sia le costruzioni stesse che li sostenevano. Numerosi resti di queste strutture si trovano lungo il percorso tematico della lavorazione del ferro che collega Netro a Mongrando. Ultimo esempio conservato di tali piccole unità produttive, la Fucina Morino presenta al suo interno tutti i macchinari e gli attrezzi utilizzati prima dello sviluppo industriale.
Lungo il torrente Ingagna, tra Netro e Mongrando, alla fine del Cinquecento vennero impiantate le prime unità produttive per la lavorazione del ferro.
La parola “fucina”, o “martinetto”, identificava sia gli strumenti di lavoro sia le costruzioni stesse che li sostenevano. Numerosi resti di queste strutture si trovano lungo il percorso tematico della lavorazione del ferro che collega Netro a Mongrando. Ultimo esempio conservato di tali piccole unità produttive, la Fucina Morino presenta al suo interno tutti i macchinari e gli attrezzi utilizzati prima dello sviluppo industriale.
Il progetto Ecomuseo
Il progetto Ecomuseo Valle Elvo e Serra propone un percorso di sviluppo locale basato sulla partecipazione diretta della popolazione alla tutela attiva del proprio patrimonio materiale e immateriale. L’esperienza dell’abitare è al centro delle diverse iniziative di conservazione, interpretazione e gestione di tale patrimonio, nel quale la comunità individua le tracce del suo passato e le linee del suo futuro.
Il progetto Ecomuseo Valle Elvo e Serra propone un percorso di sviluppo locale basato sulla partecipazione diretta della popolazione alla tutela attiva del proprio patrimonio materiale e immateriale. L’esperienza dell’abitare è al centro delle diverse iniziative di conservazione, interpretazione e gestione di tale patrimonio, nel quale la comunità individua le tracce del suo passato e le linee del suo futuro.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Via Martiri della libertà 72 |
Telefono | 340 611 4854 (per informazioni e prenotazioni gruppi e scolaresche) |
Web | https://ecomuseo.it/ecomuseo/ecomuseo-della-lavorazione-del-ferro/ (Apre il link in una nuova scheda) |
Apertura | Aperto tutte le domeniche fino al 12 ottobre 2025 con orario 14.30-18.30 |
Tariffe | Ingresso gratuito |
Informazioni | Fino al 12/10/2025 è possibile visitare la mostra "BESTIE IN FUCINA", un incredibile viaggio tra gli animali fantastici di Giovanni Tamburelli |
Mappa
Indirizzo: Via S. Lorenzo, 10, 13888 Mongrando BI, Italia
Coordinate: 45°31'1,6''N 8°0'15,8''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Galleria fotografica
Modalità di accesso
Lasciare l'auto in Piazza XXV Aprile (piazza del municipio) e proseguire verso il centro paese lungo Via Marconi, svoltare a destra in Via Quintino Sella per poi svoltare a sinistra in Via Favre. Proseguire diritto per 150 metri circa e sino a raggiungere le indicazioni che portano all'ingresso della Fucina.